Un tempo…
Erano gli inizi del ‘900 quando il conte russo Dimitri Gravenoff inaugurò il primo campo da tennis riminese nella zona dell’attuale ristorante “Novecento”, dando vita al “Lawn Tennis Club“, riservato a un ristretto numero di ospiti della buona società di allora.
Si trattava di un campo arrangiato con fondo in mattonelle, piuttosto lontano da quella che può essere la moderna idea del tennis. Dopo alcuni anni di transizione, nel 1911, l’architetto Gaspare Rastelli costruisce nell’area della propria villa in viale Regina Elena un nuovo campo da tennis, ricostituendo il vecchio “Lawn Tennis Club”. Fondatori del Club, insieme all’architetto Rastelli, sono il figlio Ettore, Vittorio Monti, il conte Pietro Giovanni, Vito Valentinotti e Arnaldo Petri che possiamo considerare i veri e propri pionieri del tennis riminese.
A quel tempo il Club svolge un’attività ridotta, è uno sport d’elite, che non può contare su molti praticanti, ma suscita interesse per la grazia e la distinzione dei giocatori e per la componente agonistica già all’epoca da non sottovalutare.
E fu così che sulla scia di questi appassionati praticanti si avvicinarono al tennis anche i primi amatori riminesi, tanto che il mese di giugno del 1925 vede la nascita dell’attuale Circolo Tennis Rimini.
Nasce il Circolo Tennis Rimini
Principale promotore e primo presidente del Circolo fu il commendatore romano Cornelio Peragallo che metterà a disposizione del Club un vasto arenile attiguo alla sua villa situata vicino all’attuale Piazza Pascoli e uno chalet dotato di tutti i servizi. Peragallo diresse l’attività tennistica fino al 1941 affiancato da alcuni affezionati riminesi tra cui Vito Valentinotti e Arnaldo Petri. Entrarono a far parte del Club i conti Sassoli De Bianchi di Bologna, i Luppis di Ferrara, il conte Cini di Venezia, il cavalier De Bellis, Ermete Novelli, il professore Del Piano, il dottor Massani e il conte Goberto Zavagli. Attorno al 1935 lo storico e prestigioso Grand Hotel di Rimini costruisce due campi da tennis, sul retro dell’albergo, che metterà a disposizione dei suoi ospiti. Questi campi saranno accuditi e gestiti dal Circolo Tennis.
In questi anni furono disputati i primi campionati riminesi e vennero organizzati importanti incontri internazionali tra la nazionale italiana e alcune rappresentative dei paesi stranieri: Cecoslovacchia (’36), Australia (’37), Ungheria (’38), Jugoslavia (’39), Francia (’40), Svezia (’42), Germania Femminile (’42), in cui si esibirono i più forti giocatori dell’epoca: Cuccelli, Del Bello, De Stefani, Palmieri, Quintavalle, Rado, Sada, Romanoni, Bossi, Taroni e Canepele.
Alla prima generazione di fondatori succede la seconda, con Tino Minarini, Marco Nanni, il conte Pietro Ginanni e il dottor Francesco Morri succede al commendator Peragallo nella presidenza del Circolo, mentre Arnanldo Petri sostituisce Pino Fioravanti nella segreteria.
Già all’epoca la famiglia Grossi con i figli Enzo e un giovanissimo Edo gestiscono il Circolo.
Nel 1942 il comune decide il rinnovamento del lungomare, che verrà poi realizzato solo nel dopoguerra, e di conseguenza lo smantellamento dei campi piazza Pascoli.
La Guerra…
L’attività del Circolo si sposterà su di un solo campo situato all’altezza dell’attuale bagno 12 ove ora sorge il McDonald’s, affiancato sempre dai due campi del Grand Hotel. È su questo campo che si disputerà il già citato incontro Italia – Svezia che registrerà un grande afflusso di pubblico. Dal ’43 al ’44 le tragiche vicende legate alla seconda guerra mondiale rallenteranno l’attività tennistica, in quanto numerosi giovani vennero chiamati alle armi e la vita turistica subì naturalmente una perentoria flessione.
Nel 1944 con il passaggio del fronte e i bombardamenti che devastarono la città le racchette e le palline vennero relegate negli armadi, i campi deserti e la popolazione occupata da ben più drammatiche vicende!
Nell’immediato dopoguerra Edo riattiverà con il supporto dei militari inglesi allora stanziati a Rimini il campo sul lungomare che resterà a uso esclusivo delle truppe alleate e alcuni anni più tardi i due campi del Grand Hotel distrutti durante il conflitto. Passano così alcuni anni nei quali il Circolo si era di fatto sciolto, soci e praticanti erano impegnati nella ricostruzione e nella riattivazione delle proprie attività.